Domenica 18 maggio a Casa della Madia abbiamo avuto il dono di avere ospiti l’attore (o come meglio si definisce lui saltimbanco) Moni Ovadia, il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” Alex Corlazzoli ma anche Otac Benedikt, Padre Benedetto, monaco presso il Monastero di Dečani in Kosovo, la più grande chiesa medievale dei Balcani dove è custodito il più ampio affresco bizantino conservato fino al nostro. Occasione di questo incontro, la riflessione proposta dalla nostra fraternità sul tema “Anime erranti in cerca di spiritualità” che ha preso spunto dal recente libro di Corlazzoli “Diario da un monastero. Parole di un ateo in cammino” (EDB edizioni, con la prefazione di fratel Enzo Bianchi).
Accolti da fratel Goffredo e da fratel Enzo, Ovadia e Corlazzoli, di fronte a un numeroso pubblico, hanno avuto modo durante la mattinata di dialogare proprio sull’ “eterna ricerca di Dio” attraverso i detti rabbinici e la narrazione delle tradizioni ebraiche raccontate da Ovadia che si definisce ebreo agnostico e sull’esperienza di Corlazzoli che per alcuni mesi ha condiviso la vita con i nostri fratelli di Cellole: “Me ne sono andato dal monastero con la nostalgia di Dio. Ho pregato guardando macerare il nocino e l’armonia di quel luogo”. Dopo la celebrazione eucaristica, il pranzo offerto dalla comunità, è stato un momento conviviale che ha permesso di rinfrescare i sempre vivi rapporti con il monastero di Dečani che fratel Enzo ha più volte visitato e dove si è ripromesso di tornare.
Nel pomeriggio la parola è stata lasciata a Moni Ovadia per un’orazione sulla Palestina che ha affascinato tutti i presenti: “La questione della terra promessa è un equivoco. La terra non ti è data per vocazione di proprietà. Non esiste il diritto alla terra. Io non so come sia nato il 7 ottobre ma Benjamin Netanyahu non aspettava altro”.
La giornata che si era aperta con tre minuti di silenzio per la popolazione di Gaza si è conclusa con le dure parole di condanna di fratel Enzo nei confronti del premier israeliano.